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Critical Essays

2015

DIFFUSA 2015 - SACS VIRTUAL GALLERY

La realtà virtuale tra arte e tecnologia di Sandro Bongiani


Viviamo in una società complessa carica di apporti nuovi e in continua evoluzione. Con l’avvento di internet si condivide la realtà della “simulazione significante”; praticamente una seconda realtà parallela e sovrapposta a quella reale, essenzialmente fluida e immateriale. In questa nuova dimensione anche l’arte è costretta a fare i conti con le nuove problematiche globali della tecnologia virtuale. Una volta navigare online significava avventurarsi in un mondo parallelo, percepito come “altro”, totalmente ibrido. Oggi, grazie alla grande capacità mediatica della rete e l’effetto domino di internet, l’arte finalmente si “de-materializza” e diventa accessibile a tutti senza più limiti e confini geografici. Il web, ha compiutamente moltiplicato le occasioni di consumo dell’oggetto culturale in un particolare periodo storico come questo in cui gli artisti fanno una immane fatica a entrare nel circuito reale delle gallerie che contano. Internet, quindi, rappresenta davvero una grossa occasione di democratizzazione dell’arte, infatti, è cambiato il modo di fruire l'oggetto culturale e persino la scoperta di un artista spesso avviene online, attraverso la visitazione di innovative piattaforme web che, utilizzando nuove tecnologie sempre più evolute, stanno modificando radicalmente la fruizione e la diffusione dell’opera d’arte.
Con internet, quindi, la fruizione dell’arte viene modificata radicalmente dall’avvento della dimensione interattiva e dalla sua globale circolazione in forma di codice binario, utilizzando canali alternativi più consapevoli rispetto l’uso consueto che ne fa oggi il sistema ufficiale e istituzionale dell’arte ( galleristi, critici, mercanti, curatori di mostre). Di fatto, in questi ultimi anni, le piattaforme web e la stessa rete hanno modificato radicalmente l’esperienza dell’arte rendendo la fruizione “mediata” rispetto a quella diretta delle classiche gallerie d’arte, con una incessante proliferazione di piattaforme d’arte online che a vario genere rappresentano il futuro ecologico e sostenibile dell’arte. Ormai, siamo parte di un unico “ecosistema fluido” che ci rende simultaneamente fruitori e produttori in una conseguente contemporaneità di ruoli e i quindi, protagonisti di uno dei cambiamenti più radicali e importanti della nostra società. Tutto ciò non è un fenomeno di provvisoria e momentanea transizione, ma un diverso modo di concepire la fruizione artistica. Oggi la fruizione mediata, è considerata non solo legittima, ma addirittura portatrice di implicazioni fortissime in termini di politica dell’immagine perché Internet “democratizza” il mondo dell’arte, rende la fruizione dell’arte “accessibile” a tutti, in qualsiasi momento del giorno e della notte, abbattendo le solite e anguste barriere che normalmente separano i fruitori dal sistema concordato e ufficiale dell’arte. Non sussiste più alcun impedimento, le persone non sono più condizionate dalla loro costrizione temporale e geografica e non fanno affidamento soltanto sugli art advisor che a vario titolo indirizzano e obbligano il fruitore a condividere le proposte imposte dal sistema ufficiale dell’arte. Ciò accade per un semplice e unico motivo: si è trasformata la forma dell’oggetto che è passata da fisica a virtuale. Tuttavia, dobbiamo sottolineare che la sostanza dell’arte, nonostante tutto, è rimasta invariata anche se accompagnata dall’esigenza di essere comunicata in maniera diversa attraverso l’utilizzo di nuovi
strumenti. Dobbiamo registrare, altresì, che Il mercato dell’arte (quello ufficiale) si sta adattando a un pubblico che è sempre più globale e informato. Pertanto, molti galleristi tradizionali hanno annusato il cambiamento e si sono affrettati ad aggiungere in parallelo un sito web o una piattaforma interattiva, non comprendendo appieno la reale portata di questo importante cambiamento epocale. Secondo noi, “essere online” non è una semplice occasione ma una reale necessità, anche in campo artistico, con una convincente divulgazione globale utilizzando uno degli strumenti più potenti che abbiamo oggi a nostra disposizione, consentendo di creare spazi virtuali interattivi, eliminando tempi e costi rispetto alla diffusione tradizionale, “facendo circolare” l’opera in tempo reale in tutto il mondo, abbattendo, quindi, le frontiere geografiche e superando anche i limiti consueti della galleria tradizionale, ovvero la partecipazione temporale e fisica all’evento. Siamo convinti di essere solo agli inizi di questa coinvolgente avventura, di questo nuovo modo di considerare l’arte e la cultura. L’unica certezza è che tutto ciò continuerà a svilupparsi in una dimensione sempre più virtuale, cercando di superare un sistema monolitico, (galleria critico, mercante), che fino a qualche anno fa non permetteva nessuna interferenza e intrusione, a vantaggio di una partecipazione più attiva e democratica come quella di internet, con spazi sempre aperti, visibili 24 ore su 24 e con l’arte a portata di mouse in cui i fruitori sono i veri protagonisti destinati ad avere un’interazione fattiva e personale con l’opera d’arte, al di là delle scelte imposte dal mercato e dal sistema dell’arte.
Ad un’arte istituzionalizzata “di regime pseudo democratico” imposta dall’alto, corrisponde oggi un’arte “di confine”, direi marginale, sempre più libera che preferisce condividere volutamente ( Mail Art, Digital Art, E-Mail Art, Web Art) la dimensione globale dell’arte, come per esempio, in questa rassegna di Quiliano voluta appositamente in una piattaforma interattiva virtuale, con artisti come Ruggero Maggi, Bruno Cassaglia, Giovanni Bonanno, Renato Cerignola e Cristina Sosio, che approfittando delle nuove possibilità e strategie del web, cercano di relazionarsi compiutamente con questo efficiente e potentissimo strumento di diffusione e di conoscenza, presentando, ciascuno a suo modo, una serie di lavori pensati appositamente per questa occasione. Nonostante tutto, l’arte continua a essere ancora fatta di immagini, creata in modo manuale o digitale e spedita per invii di posta tradizionale oppure elettronica. Tuttavia, dobbiamo notare che tra i diversi modi di creare arte e il pianeta web vi è un certo intendo comune; ossia quello di superare la temporaneità e la conseguente distanza geografica e culturale, in una sorta di unica e solidale partecipazione collettiva. Oggi la ricerca artistica, è da intendersi come un grande "laboratorio planetario" composto da numerosi "Network" sparsi su tutto il pianeta: archivi di idee, di sperimentalismo e di ricerca spontanea, con il fine essenziale di istaurare un flusso comunicativo che nell’era di internet dilaga da una parte all'altra del pianeta in forme casuali, secondo una logica imprevedibile e con itinerari del tutto nuovi, preferendo la sua marginalità rispetto le indicazione imposte dal sistema dell’arte ufficiale. Una problematica di grande interesse è quella del superamento della distanza geografica e culturale. Mentre un tempo l'artista operava nel completo isolamento, al servizio del mercato e della critica, ora con i Network della rete vi è sempre più la necessità di instaurare rapporti e contatti esterni, attraverso le reti internazionali al di fuori del sistema ufficiale ed economico. Questo nuovo sviluppo logico del pensiero sperimentale si pone volutamente al di fuori dei circuiti commerciali ufficiali dell'arte conseguente ad una nuova dimensione più evoluta e di grande respiro. L'arte planetaria “di confine” desidera vivere una dimensione creativa del tutto nuova non interessandosi minimamente alla genealogia di ciò che si chiama storia dell'arte, viaggiare da un paese e l'altro tra un emittente e ricevente, con il fine essenziale di relazionarsi ai problemi della cultura di massa. In una società regolata da un libero mercato e del suo "diarroico" traffico economico di immagini, sussiste il desiderio, sempre più crescente, di collocarsi coscientemente al di fuori, in un "altrove" praticabile rispetto allo scenario totalizzante di una mediocrità planetaria, al di là di una immaginaria linea di Greenwich, come possibile spartiacque e cesura tra il presente e il futuro. In questo senso il Networker esprime il dissenso nei confronti delle convinzioni. Mentre il capitalismo distribuisce ricchezza, e il successo costringe a produrre in modo standardizzato e seriale, l'arte di confine dilaga come flusso mentale, preferendo la contaminazione delle idee piuttosto che la monotonia. Attorno all’arte si è creato “un sistema chiuso” allo scopo di tutelare investimenti e posizioni acquisite di potere. Il giro dell’arte è in mano al grande sistema finanziario che ormai gioca con le opere d’arte come fa con i titoli in borsa. Essere "artisti di confine", non significa vivere intrappolati all'interno di un sistema, in un caos organizzato, piuttosto convivere come libera presenza di frontiera, al di là del consueto e del banale. Prendere coscienza di tutto ciò significa produrre in modo totalmente diverso e inaspettato. Questo nuovo sviluppo logico “del pensiero sperimentale” si pone volutamente al di fuori dei circuiti ufficiali conseguente ad una nuova dimensione più evoluta e di grande respiro. Una problematica certamente di grande interesse e attualità, che nasce dalla convinzione di un reale e logico superamento dei problemi culturali dell’odierna società. L'arte, ormai, condivide la circolarità elastica e nomade delle idee.

 

 

2014

October 4th / 25th - Visual Pages. International project of Mail art and Digital art

ARTIST’S BOOK AS “ALTERNATIVE” SPACE - SANDRO RICALDONE

 

It was born from the inner layers of the plants’ bark, that were used as a framework for writing, but after more than five centuries after the explosion of the “Gutenberg Galaxy”, whose mass was calculated ten years ago in one hundred million units by the British Library, the book starts to lose its material configuration.
Computers, tablets and other electronic instruments, although still perfectible, have begun a rising trend, that has the advantage of functionality. However, while the book may fear to be replaced by more advanced systems in its educational function (as well as clay tablets were replaced by papyrus and later by parchment), book over the centuries has become so deep-seated in cultural history and in human imagination, to act as a metaphor for nature and for world. Perhaps by chance, or perhaps presaging
the decline of its use in ordinary communication, poets and artists have given the book a second life, a life between expressivity and concern: sometimes they have enhanced its shape and its material components, till they made a just aesthetic object of it, sometimes they have aimed for the reset of every perceptual datum, to create an “empty book”, as it was already mentioned by Lichtenberg, a scientistwriter of the eighteenth century. But this new existence of the book begins with “un acte de démence”, like
Mallarmé called “Un coup de dès”. It is a shocking experience, almost a Copernican revolution, in front of which Valery did not hesitate to confess: “I felt as I saw the figure of a thought, which was fixed for the first time in the space. Here it was the broaden speaking in truth, here it dreamed, here it produced forms, that were born of the Time. Wait, doubt, meditation had become visible things. With the sense of sight I touched body breaks of silence.” Hence a crescendo: from camouflages in Calligrammes of Apollinaire, to
explosive typographical tour de force in Marinetti’s Parole in libertà futuriste (Futurist Words in Freedom); from the duets between words and images of Cendrars with Sonia Delaunay (La prose du Transsibérien) and with Léger (La fin du monde filmée par l’Ange N.-D.) to constructivist design of El Lissitzky in Dlia Golosa (For the voice) of Majakovskij. It is a crescendo that grows to the bolted book of Depero and to Litolatta of Tullio D’Albisola and Bruno Munari; to detournés collages of Max Ernst in Une semaine de
bonté and the Boîte verte, where Duchamp collects the notes for the Large Glass to reach the lively silhouhettes, cut by Matisse in Jazz…
But it is in the period after the Second World War that the artist’s book frees itself completely from the remains which bound it often before to the sphere of illustration , to become a real work of art itself. Fetish and object with its own aura, container for new alphabets (how can we forget, in this respect, Les journaux des dieux of Isou?), exchanging object without end (Queneau), thematic catalogue of visual materials (Ruscha), prototype of structural investigations (Gleber), made of only transparent pages (Manzoni) or of instructions outside the diagram (Yoko Ono), the artist’s book became more and more, like mail art, a sort of independent discipline, that is used everywhere with intensity, manipulating and combining with creativity all contemporary languages. Or, if you want, the artist’s book represents nowadays an “alternative”
space, in which it is possible - as Ann Moeglin-Delcroix noted in her book “Esthètique du livre d’artiste 1960-1980” - for young and less young artists “to produce in a free way and to reach the public, outside the official channels, that are more closed than ever since star system and financialization of art have been dominating them”. It is a much more essential space today - as the French academic concludes - “because the aim is not more, like at the beginning, to make art free from commoditization through the
book, but to resist its confiscation by stock market speculation”.


 

2012

August 30th / September 9th - Im[m]agine. International project of Mail art and Digital art

Im[m]agine ALIDA GIANTI

 

The Councillorship for Culture and the SACS of Quiliano have suggested, in this year 2012, a creative project, that once more provides the idea of a “travelling art”, either through the traditional postal system or by e-mail. There is indeed something new in comparison with previous initiatives, in fact they added a nice possibility: this year artists could send also small three-dimensional objects, respecting their max size, as specified in the notice of participation.
Im[m]agine is the theme of this initiative and it is dedicated to the “objet d’art”. Artists have the maximum expressive freedom, the same sense of freedom – I repeat -, that distinguishes mail-art and digital-art, is here even more powerful: no ties to art galleries, no market requirements, no preferred style, which could be influenced by the latest fashion trends or taste.

Rather than it, you can find here the free pleasure to communicate through your creative instinct and your own artistic experience, you can follow your own idea, inspiration/aspiration, your own artistic sensibility and/or knowledge, your personal technical or technological experimentation.
The result is easy to see, indeed: there are artists, who have sent light postal packages with artworks inside, which stir first of all the curiosity of addressees who open and
watch them; there are other artists, who have used the computer to create fully digital images or to transform different types of images into digital ones; there are artists, who have simply put a photo of their own artwork up online for the world to see, without need for physical transport; there are other more artists, who have chosen to do short videos, whose contents are completely different one from each other (there are social political ones, personal ones, aesthetic ones); and so on.
Therefore, this is a variegated world which works with no artistic restrictions, whose performers seems to participate just only for the pleasure to accomplish a common artistic action, which can generate both virtual and practical pleasant experience exchanges. Considering that the participants involved in this edition 2012 were almost three hundred coming from more than thirty countries (recently Columbia, Lithuania and Java joined the initiative), we can surely talk about a positively global “world art”. In this situation Quiliano has become, for all those who still don’t know it, the small but busy village, which is situated in that particular area of an Italian Region called Liguria: as we live right there, in this Liguria, we are very proud of it!

Mail art travels and symbolically flies, after all just like digital art. This one uses innovating technologies and communication systems, which are more and more sophisticated; it can sometimes offer surprising results, which seem almost like “magic” to those who are not used to its methods. Travelling art, it doesn’t matter if it is traditional or avant-garde art, can also be the expression of a simply idea, which will be translated into practical action: in this way it produces not only an immediate sense of joy in the person who enjoys it, but also the desire to “continue playing”. It happened to the author of this article, too, and this is its short story.
One day a friend of mine, who is an artist, sent to me an envelope with plenty of coloured paper cuttings in it, with this comment: «A little bit of rainbow is never bad!». So, his kind act generated a lot of others, like in a chain reaction; it created collective emotions; it was even transformed by me in a little collage picture – it had to be a present, but it never became! – moreover, I even wrote a short tale about it –this tale, instead, went away, by post, directed to a literary competition!-. These are the curious and wonderful effects of mail art…!
To sum up, let me remember once more the rendez-vous in Quiliano, where you will find Im[m]agine with the expected exhibition of all sent artworks: the finally physically palpable small sculptures and the clear digital images and short video-tales. This time you must personally travel to it if you are interested in, of course distances and possibilities permitting!

 

 

2010

August 28th / September 5th - The faces of Africa. International project of Mail art and Digital art

I volti dell'Africa - Cecilia Chilosi

 

When I was young I maintained pen friend correspondence with a dear friend of mine from Bergamo. I remember that once, instead of answering her on a sheet of stationery, I sent only her the envelope on which I had densely written and drawn. I don’t know if it dealt with a happy intuition, I know that my creative attempt was not appreciated by her mother who invited me, her daughter informed me, not to repeat the performance, suppressing at birth my mail-artistic aspirations.
This explains that at the root of mail art there exists an innate impulse to infringe, to overcome convention. The spontaneous instinct, to take shape as postal art, does however need channeling in a linked sequence of actions, from the inception/creation of the message from the sender, to the dynamic element of its trip, to the recipient.
Mail art is stabilized along a space/time dimension that foresees a duration determined by the gesture of the sending the art, understood as a liberating act, a bridge thrown by the sender toward the user, faceless in the object of his/ own expressiveness and therefore donated as a gift free from the mechanisms of the market. The artistic product therefore realizes itself outside the wishes of the artist that is the motor of the process itself, becoming co-author of his own work that will end up far away from him, eventually being accepted by the receiver.

Freedom from money, liberty and sharing are fundamental characteristics of this movement that, as often noticed, fi nds its presuppositions in the nineteenth century avant-garde, from futurism to dada, up to its offi cial birth.
With this in mind, it is easy to wonder if it would be possible to reconcile the libertarian spirit of mail art with a theme, such as that proposed by the contest, though it is certainly noble.
The exceptional number of the submissions that S.A.C.S. received from all parts of the planet, the wealth of the proposed solutions and the diversity of the participants attest to the validity of the initiative and the interest aroused by the theme.
The Commune of Quiliano, after all, has for some time chosen the mail art theme, aware of the vitality of a movement that by now has reached the mainstream - considered a normal artistic tide. Because the mail art cannot be bound to a poetic code, it represents a means to communicate ideas, intentions, emotions, and dynamic support through which to transmit all kinds of artistic contents. Therefore it is always prone to future developments, tied up for instance to linguistic contamination from other places, such as the internet. Mail art nourishes itself through a invisible net of contacts on a planetary level, radiates itself outward in a horizontal sense, it is equal, it doesn’t know hierarchy. It founds itself upon the democratic participation of affi rmed artists, dilettantes, debutantes, perfect strangers, according to characteristics
common to the world of internet, with which it shares its presuppositions, even in the substantial distance of the process.
Departing from all presuppositions the project’s theme, “The faces of Africa”, has been interpreted through the mail metalanguage and, even though in smaller proportions, digital art, using a different lexicon: visual poetry, fi guration, abstraction, concrete art, conceptual games, simple expression, collage, photo. This was a group effort, the intention to be there and to communicate a proper thought and to share an attention.
The exhibit of Quiliano promotes an operation of great humanitarian content, that works well with the spirit of mail art, nevertheless, I like to imagine that only through the postal art can we make an inverse operation in which Africa is the sender and we the recipient, done not for Africa, but with Africa, who is the last to be able to choose the message to communicate with because it is not us who look to Africa separately but we look as one.

 

 

2009

September 5th / October 3rd - ZerotrePlus. Actions and video of ephemeral art.

Performance art di Silvia Bottaro

 

La “performance art” è una forma artistica dove l’azione di una persona o di un gruppo, in un contesto particolare o in un momento peculiare, costituiscono l’opera; può svolgersi in un qualunque luogo e in un momento qualsiasi e pure la sua durata non ha limiti di tempo.
Si può, quindi, dire che tale performance coinvolge direttamente quattro tipi di elementi: tempo, spazio, il corpo dell’artista e la sua relazione col pubblico-fruitore, ciò in netta contrapposizione alla pittura e alla scultura più classica, dove un oggetto creato e realizzato costituisce l’opera.
Solitamente il termine “performance art” è riservato ad alcuni tipi d’avanguardia, o arte concettuale, che prende origine, a suavolta, dalle arti visuali.
Si può dire che i Dadaisti sono stati i suoi progenitori con le loro esibizioni di poesia anticonvenzionali (a Zurigo) di Richard Huelsenbeck e Tristan Tzara, per citarne alcuni. Dagli anni Sessanta del secolo scorso si può identificare la performance con il lavoro di ricerca di Allan Kaprov (coniò iltermine “happening”), Vito Acconci, Herman Nitsch e Joseph Beuys.
E’ un’attività senza confini geografici e, in un certo senso, pone in rilievo l’incertezza creativa dei tempi, tracciando, anche, dei veri percorsi sociali  e  comunicativi,  infatti,  per esempio alcuni performers indagano la spiritualità e la ritualità non gerarchizzata, democratica, laica, individuale;  altri fanno ricerca intorno a performance di tipo popolare con un approccio anche ludico, altri ancora lavorano sul concetto della crisi del modello sociale occidentale e sulla leardership. Oggi i vari generi (o correnti) possono essere, orientativamente, così individuati: body art, fluxus, poesia d’azione, intermedia,live art, action art, intervenzione, fino allo “sniggling” che è una forma attivista e, sotto certi aspetti, fallace e insidiosa di performance pubblica perché non esplicita in modo trasparente che si stia svolgendo una forma di performance.

 

 

2008

September 14th / 28th - Futurenergie. International project of Mail art and Digital art

Mail art comes back to Quiliano, in Villa Maria, with the "Futurenergie" project - Renato Cerisola


The choice of this subject, a binding and topical one, besides considering the actual ecological problems, aims at offering a chance of visibility to all these creative forces and to these emerging energies that can't easily appear into the traditional show rooms too often addressed only to the trade.
The free, democratic and no-profit mail network is perfectly suitable to that. lts cheapness allows everybody to cross the borders in an easy and peaceful way, and also reduces every cultural and ideological distances becoming a dynamic element to restore and promote the local instead of a disruptive globalisation which homologates and breaks up the weakest situations.
That's the reason why "Futurenergie" hasn't let aside the digital art and obviously the web, a powerful way to freely share around the world creativity, ideas and projects.
Digital art finds its first examples in the last century 50's with the Ben Laposkj and Manfred Frank experiments. These two scientists and programmers were able to re-elaborate particular mathematicalfunctions allowing them to create, modify or adjusting every kind of images. Producing art with a computer has also  an  interesting  characteristic;
the availability of images mainly comes through a rear-illuminated monitor surface making it similar to the perception of the old glass windows.
All these characteristics and the high versatility of software allows a large use of digital art in mass media like press, advertisement, cinema and television, considering only some examples.
lnternet adds to all this a quick and capillary diffusion an opportunity that "Futurenergie" couldn't miss.
The participation of a massive number of artists from different nations has been really important and has given the opportunity of realizing, inside the exhibition, a section entirely devoted to digital images.
We consider really significant the sending of some images produced with graphic programmes using freeware operative systems (GNU/LINUX) that share, togetherwith mail art, the no-profit and free diffusion philosophy.
ln the whole the quality and the amount of works we received, some videos included, has opened new hints and possibilities of development for the future SACS projects that could have net art works realised to be enjoyed by everyone, interactive, free, to sum up, collective works.

 

 

2007

September 15th / 30th - Collective Exhibition

Marcello Diotallevi, Ruggero Maggi, Riri Negri, Serena Olivari e Vittorio Valente

 

La mostra degli artisti Marcello Diotallevi, Ruggero Maggi, Riri Negri, Serena Olivari e Vittorio Valente rappresenta quest’anno l’unico evento espositivo del SACS (Spazio Arte Contemporanea Sperimentale) del Comune di Quiliano e segue l’operazione di Net Art “San Pietro in Carpignana”, la cui messa in rete ha coinciso con l’esordio del sito www.sacsarte.net.

Gli esordi nel campo dell’arte di Marcello Diotallevi coincidono con la sua prima attività di  restauratore presso il Laboratorio di Restauro del Vaticano, successivamente inizia ad occuparsi di installazioni, poesia visiva e mail art. E’ autore della copertina della “Guide du Musèe National d’Art Moderne” presso il Centre “Georges Pompidou” di Parigi.

Ruggero Maggi è un’antesignano della ricerca poetica ed artistica condotta attraverso la sperimentazione di qualsiasi forma espressiva (laser, olografia, neon) e con l’utilizzo dei più disparati materiali (rocce, canapa, sabbia, terra). Quest’anno è stato curatore del progetto dedicato a Pierre Restany “Camera 312 - promemoria per Pierre” alla 52esima Esposizione Internazionale d’Arte – Biennale di Venezia.

Riri Negri vive e lavora a Genova ed è diplomata alla Scuola d’Arte “Anton Maria Maragliano” in pittura, grafica e scenografia. Ha frequentato corsi specialistici di psicoanalisi del comportamento scrittorio e di psicoanalisi del disegno. Conduce attivamente corsi per l’apprendimento dell’arte contemporanea dedicati all’infanzia.

Serena Olivari, laureata in architettura, vive e lavora a Genova. Opera nel campo della pittura, della ceramica e della grafica. Espone frequentemente in Italia e all’estero.

Vittorio Valente, sin dagli esordi della sua attività, nel 1987, indaga il rapporto arte-scienza analizzando la ricaduta delle scoperte scientifiche sulla vita sociale e sui comportamenti.
Con l’utilizzo di silicone ed altri materiali crea elementi fantastici partendo dall’osservazione di cellule, virus, batteri e microrganismi, rappresentando le parti infinitesime del corpo umano.

 

2006

June 10th / 24th - Collective Exhibition

Fernando Andolcetti, Emma Caprini, Cosimo Cimino, Mario Commone e Mauro Manfredi

in collaborazione con il circolo culturale “Il Gabbiano” di La Spezia

Presentazione di Valerio P.Cremolini

 

Non è possibile soffermarsi sui distinti profili di Fernando Andolcetti, Emma Caprini, Cosimo Cimino, Mario Commone e Mauro Manfredi, trascurando di sottolineare la complessità della ricca vicenda espositiva del Circolo Culturale “Il Gabbiano” della Spezia, dove per tempi diversi ciascuno di loro ha maturato significative esperienze culturali. Andolcetti e Cimino sono le espressioni più autentiche di quella non comune passione che ha fatto crescere ed apprezzare la storia del Gabbiano, la cui continuità ha sicuramente pochi eguali nell’intero paese. Mancato Manfredi - ma la sua vicinanza a noi tutti è quanto mai affettuosamente concreta - Andolcetti e Cimino rappresentano la memoria di questa importante realtà espositiva, che negli anni ha saputo collezionare un percorso divulgativo di molteplici espressività artistiche, affermandosi nel tempo come riconosciuto centro di promozione dell’esperienza concettuale.
In tale ambito, attraverso rigorose rassegne tematiche e mostre personali, essi hanno suscitato contributi e riflessioni di spessore internazionale, incentrati sull’inesauribile processo, che identifica l’arte nel dispiegarsi di sottili progetti mentali sostenuti dalla centralità dell’idea. Un intrecciarsi di intuizioni delinea, infatti, il vastissimo perimetro della concettualità, scandita fisicamente da innumerevoli varianti dalla significativa valenza visuale, accolte negli spazi del Gabbiano, quali segni di una creatività che impone tempi prolungati di osservazione. Tantissime opere coniugano acuta originalità e perfezione esecutiva, testimonianze della tensione dell’artista verso la seducente bellezza. 
Fatta questa breve e doverosa premessa, che intende consapevolmente affermare l’autorevolezza del Gabbiano, è opportuno indirizzare la nostra attenzione alle opere anche eccentriche di ciascun artista, che hanno non pochi motivi per alimentare con lo stupore il senso predominante della libertà. Nel loro intimo, inoltre, tutti e cinque sono autentici poeti e come tali sanno «posar le parole come il pittore i colori e vedere il mondo spiegarsi nel suo splendore» (A.Soffici).
Nel realizzare i suoi progetti visivi, Fernando Andolcetti si giova molto spesso della musica, straordinaria alleata che gli suggerisce preziosi motivi ispiratori, elaborati con inappuntabile bon ton. Così nascono immagini dense di armonie verbali e sonore, raccolte in lavori colti e formalmente eleganti, che hanno in dote una spontanea qualità comunicativa, perseguita come valore fondamentale. In particolare, la tecnica palesemente raffinata di Andolcetti è da ritenersi l’inderogabile peculiarità, a cui l’artista perviene affermando una ricerca depurata di qualsiasi traccia superflua.
Pure Emma Caprini privilegia l’essenzialità compositiva e le sue opere identificano con spiccata originalità diverse realtà dell’immagine, valorizzate da una speciale leggerezza, propria della scrittura minuta disseminata con ordine e in assoluta libertà su vari oggetti. L’artista pare convenire che l’arte si trova nelle cose e nella vita e, pertanto, in linea con la tipica indipendenza di Fluxus, compone uno spaccato visivo efficace nel legare alla propria intelligente operatività un approccio sdrammatizzante e giocoso.
Lo slancio sperimentale non è davvero fugace in Cosimo Cimino, artista che anche durante gli anni dell’espressività astratta ha sviluppato una pittura mai svincolata dal mondo esterno. Nel suo repertorio linguisticamente ricco e dalla convincente impronta concettuale si rileva la genuina propensione a non rinunciare alla rappresentazione, concretizzata di continuo in opere dai risvolti estetici quanto mai probanti. Ed allora l’idea si materializza indifferentemente su tavole di legno o sulla carta, sulla figuratività iperrealista ricavata dal minuzioso ritaglio di lattine colorate o lasciando il proprio sigillo di autenticità su attualissimi reportage fotografici.
Mario Commone è tra gli esponenti dell’arte concettuale che escludono dallo statuto della propria operatività qualsiasi aggancio ad una referenzialità fisica. Lo spazio è il luogo in cui egli inserisce  proposizioni di celebri autori (Dove non c’è amore non c’è arte, Et quid amabo nisi quod aenigma est, ecc.), recuperate come citazioni già utilizzate da scrittori in libri di successo. Sono sconfinate le prospettive informative ed interpretative che si dispiegano dal processo analitico che scaturisce con la scelta non casuale di messaggi, il cui significato si estende ben oltre la letterarietà dei loro enunciati.
Mauro Manfredi, infine, è figura di primissimo piano nel panorama della poesia visiva, assunta come linguaggio autonomo, avvolgente e dall’inesauribile capacità combinatoria. La parola, rielaborata meticolosamente alla stregua di una miniatura, si amalgama in paesaggi reali ed architetture immaginarie, poetiche annunciazioni e labirinti impossibili, segrete sonorità ed incantevoli libri, riassunti in un’unica pagina intrisa di folgorante sapienza, di sana emotività e di pregiata sacralità.
Quella di Mauro è un’assenza che si avverte. Ci mancano la sua mitezza, la sua intelligenza, il suo sguardo accogliente ed ironico, le sue precise puntualizzazioni, inattaccabili e conclusive per la loro chiarezza. Ci sarà ancora molto da dire su di lui.

 

 

2006

September 2nd / 10th - Collective Exhibition

Gianfranco Carrozzini, Josephine Caviglia, Margherita Levo Rosenberg, Giuseppe Pellegrino, Mara Mayer


La mostra degli artisti genovesi Gianfranco Carrozzini, Josephine Caviglia, Margherita Levo Rosenberg, Giuseppe Pellegrino e dell’alessandrina Mara Mayer, seconda proposta del SACS per quest’anno, più che una collettiva costituisce un insieme di cinque personali allestite, anche in questa occasione, nella suggestiva cornice dell’ottocentesca Villa Maria.
L’evento si inserisce nella scia del progetto Spazio Arte Contemporanea Sperimentale (SACS)  inaugurato dal Comune di Quiliano nello scorso anno.
Così come nell’occasione della mostra di giugno degli artisti del Circolo Culturale Il Gabbiano di La Spezia, anche questa volta la mostra diventa opportunità per una serie di eventi di carattere diverso, che vanno dalle conferenze, nelle quali verranno illustrati i principali contenuti della mostra nonché narrate le vicende locali a cavallo tra l’800 ed il ‘900, alla presentazione di volumi di carattere storico locale e di  narrativa, alle osservazioni astronomiche per concludersi con un concerto dell’ensemble musicale Concento armonico.
La scommessa rappresentata da questa serie di eventi è quella di “mettere insieme” differenti forme di espressione artistica e culturale, fondendole e permettendo la circolazione di linguaggi e persone diverse , favorendone lo scambio.
La partecipazione al progetto dell’Istituto Internazionale degli Studi Liguri si concretizzerà nell’organizzazione di una collettiva dei cinque artisti nella Villa Groppallo, per la disponibilità della quale si ringrazia l’Assessorato alla Cultura del Comune di Vado Ligure.

 

 

2005

September 1st / 10th - Artist's book. International project of Mail art

Artist's book - Bruno Chiarlone


The "artist's book" has been a cultural heritage of the historical "avant-gardes"' The futuristic movement, and lately the Dadaistic and Surrealistic ones, have made the book as an object become a sort of target for their own trasgressions, provocations, sídetrackings towards the traditional aura of the bookish culture and of the traditional obsolescence of the book as a simple object. But, with the aim of destroying the book, paradoxically, some artists made the pages of the books become indestructible: just in Savona books called "litolatta" were born from Marinetti and Tullio D'Albisola's imagination. Such particular books are composed of metallic pages - more precisely, they are
made of tin, just as their Italian name suggest ("latta") -. On these tin-plated pages, the artists printed words and sentences thus moulding figures and graphic pictures - all made with a lithographic procedure. Examples of this peculiar form of art are the collection "Parole in libertà futurisle olfattive tattiche termiche" and "L'anguria firica", famous work whose subheadíng is "lungo poema passionale", illustrated by Bruno Munari and printed by the "Litolatta" of Savona in 1934.
Thanks to these futuristic local works, the cultural Aldermanry of Quiliano, together with Bruno Cassaglia and Renato   Cerisola's   valid   collaboration  -  the  two  artistic consultants of "SACS" (Spazio Arte Contemporanea Sperimentale) - has organized an exhibition titled "Líbri d'artista" ("artist's books") and invited the variegated microcosm of the "maif-artists" to send their own  handmade books. Thus, a mail-art exhibition whose object is the artist's book.
For the "outsiders", the great majority of publíc, it is useful to point out that "the artist's book" is not a book on the history of art, neither it is an artístic monograph, nor an exhibition catalogue. Instead, as the Portuguese Fernando Aguiar says, "the artist's book is a work of art carried out with "the book" as the main concept". In response to the brilliant initiative, Quiliano received all sort of works. The maiI-artists from all over the World showed theír extraordinary creativity by sending their own works of art in the shape of books which underlined their ability to respect and to re-invent the identity of an object which represents most of the history of mankind as a whole. The basic assumptions of the historical "avant-gardes", have changed: as well pointed out by my dear friend Gino Gini, "the artist works using less sharp tones, sometimes even very respectful, sometimes afraid of measure himseÌf with such an object rich in wisdom, culture, knowledge, religion...the artist use great technical capability, employing paper, gauzes, cloth and may other sophisticated materials - making of them all a poetic use, much more than just a polemic one. Thus, the rediscovery of a prècious and educated craftsmanship". In fact, despite the fast development of theinformation technologies - such as CDs, DVDs, video and virtual images which are transmissible through the internet, everywhere in the world- soon everyone realized how books are an irreplaceable heritage. A printed page of a book is still the ideal - support therefore transmitting ideas and images that can be easily kept for a long time on the shelves of the libraries ànd that can be always consufted without using particular technologies.
This very exhibition in Quiliano does contribute to celebrate the return of the book, re-created and re-invented from a different artist, every time. A painted page, or a drawn one, or even one created with a collage technique or several particular others are all added to others and collected in an object which is always up-to-date and that we can still appreciate as "artist's book".

 

Libro d’Artista di Bruno Cassaglia

Ho conosciuto , e approfondito il libro d’artista e libro oggetto con la frequentazione della Galleria Il Gabbiano della Spezia, dove l’aria è sempre “impregnata” di Fluxus…(anche in senso più ampio).
Da allora il libro d’artista è diventato un punto di riferimento per il mio lavoro poetico –visivo; ho capito che il libro, per antonomasia contenitore di cultura ,possedeva una forza simbolica capace di evocare   e trasferire sul libro d’artista e libro oggetto tutta una serie di poetiche: ci sono libri chiusi che negano il loro contenuto palesandone altri più profondi, libri vuoti ,che apparentemente non possiedono contenuti… e libri installati su parete in forma di lettere: in questo caso il libro oggetto diventa “inchiostro” per nuova scrittura… insomma un vero  cortocircuito di significati-significanti.
Fra i tanti libri d’artista rimasti impressi nella mia memoria, ne citerò solo alcuni fra i più recenti che meglio riesco a sintetizzare : uno fatto di banconote di Lamberto Pignotti,un altro creato con pizzo bianco di Takako Saito, il “Manuale” di Mirella Bentivoglio (con le sue mani fotocopiate)… e ancora il libro di marmo della stessa autrice, e uno( davvero intrigante ) in trappola di Berty Skuber…e ancora un “libro-casa” di Chiara Diamantini dal titolo : “ Tu entrerai, come avvenire… ma vorrei finire l’elenco con un libro che ho nel cuore oltre che nella memoria, di un artista ( e caro amico) che da poco ci ha lasciato:Mauro Manfredi… è un libro aperto che suggerisce l’idea di un campo avendo sulle pagine dei piccoli rotoli di parole( covoni di fieno ) e il titolo che svela e rafforza il contenuto è appunto “La fienagione delle parole”.
Per farvi capire quanto io creda in queste “contaminazioni”  dirò che condivido pienamente  codesta citazione di Lamberto Pignotti :
“…Bene o male la pittura sta qui…Più o meno la letteratura si trova lì…
Sono luoghi concepiti istituzionalmente per chi vuol sentirsi protetto
da una cornice ben delineata, compreso all’interno di un discorso
ben circoscritto. Va precisato che una simile osservazione
vale essenzialmente quando si riflette sulle cronache artistiche in corso che
vedono pittori e scrittori navigare di preferenza in piscina anziché in
mare aperto.”
Di questa mostra mail-art non mi sento autorizzato a giudicarne la qualità artistica perché troppo emotivamente coinvolto,(lascio questo giudizio al fruitore), posso solo dire che nonostante I tanti ricordi sopra citati, gli artisti partecipanti sono riusciti ancora una volta a stupirmi per la varietà di invenzioni e contenuti, e spero possano giungere con la stessa forza ( cosa non sempre facile nell’arte contemporanea) ad un pubblico sempre più vasto e ricettivo.